martedì 19 dicembre 2017

“Indagare la morte con la poesia” di FRANCESCA VITALE (Leggere:tutti, dicembre 2017)




È una poesia non intitolata, No Title, la suprema essenza del messaggio che Giulia Chines, autrice della sua prima raccolta poetica L’ombra della morte e il diaspro sanguigno (Edizioni La Zisa), vuole trasmettere. “Ho paura di non poter più ascoltare il mio cuore battere ogni sera, di non potermi stringere al petto e sentire il mio respiro”. La scrittrice, nella sua continua ode alla morte come divoratrice di anime sole ingannate da una luce che alla fine tutto toglie, sembra ritrovare nell’assenza della vita il vero esistere libero dal tormento che giace eterno nel mondo sopraffatto dal tempo che, come si evince nel componimento la clessidra del tempo, “è un infame aguzzino, un tremendo padrone”. E la morte sembra l’unica voglia ristoratrice del cuore, e ne ricerca avidamente e voracemente il convincimento. È, però, ancora un dubbio amletico, tanto da non riuscire a trovar la giusta risposta alle sue colpe travestite da domande: “dimmi se soffri di più vivendo senza poter volare o morendo senza poter gioire. È più nobile il coraggio di stare in catene o la forza di strapparle via?” Ma in questo continuo indagare la morte, la scrittrice ammette che il desiderio più intimo nel pensiero è quello di un bacio, “quasi che l’amore possa far svenire ogni paura, ogni dolore, solo con un tocco di labbra...” E allora in questo Campo di battaglia esiste ancora Verità in questo inferno e la speranza che tutto questo un giorno finisca. “Mentre urlo al cielo che mi prende bestemmio senza capirlo guardando l’inferno che lascio su questa landa in fiamme sperando che il mondo mi ricordi.”
Il libro: GIULIA CHINES, “L’ombra della morte e il diaspro sanguigno. Poesie”, La Zisa, 2017 pp. 72, euro 8,00

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